Diritto del lavoro e legislazione sociale
17 Gennaio 2025
Orario di lavoro: tracciamento obbligatorio per i domestici
È contrario al diritto comunitario esentare i lavoratori domestici dall’obbligo di istituire un sistema di misurazione della durata dell’orario di lavoro. Lo stabilisce la Corte di Giustizia Europea, con sentenza emessa il 19.12.2024 nella causa C-531/23.
Con la sentenza 19.12.2024, causa C-531/23, la Corte di Giustizia Europea ha affermato che è contraria al diritto comunitario una normativa (o una prassi) nazionale che esenta i datori di lavoro dal predisporre un sistema di misurazione della durata dell’orario di lavoro dei collaboratori domestici, privandoli, di fatto, della possibilità di provare la quantità e la collocazione temporale della loro prestazione.La causa nasce dal ricorso giudiziale in Spagna di una collaboratrice domestica nei confronti degli ex datori di lavoro, con lo scopo di contestare il recesso dal rapporto di lavoro e, contestualmente, richiedere differenze retributive dovute alla remunerazione di un numero di ore di lavoro parziale rispetto a quanto effettivamente prestato. In primo grado, viene riconosciuto alla ricorrente un indennizzo economico limitato, stante la mancata prova dell’effettivo orario di lavoro svolto dalla stessa; infatti, alla richiesta del Tribunale di produrre le rilevazioni dell’orario di lavoro della lavoratrice e il relativo calendario presenze, il datore di lavoro non produceva la documentazione.La lavoratrice impugnava tale decisione, chiedendo la verifica della compatibilità della normativa spagnola con la disciplina comunitaria: la causa, quindi, passa alla Corte d’Appello, che a sua volta interpella la CGUE sul tema proposto dalla lavoratrice.La Corte di Giustizia rileva innanzitutto che la normativa nazionale contrasta con la Direttiva 2003/88 perché la...