Paghe e contributi 15 Novembre 2025

Parità retributiva di genere: principi UE e sfide italiane

La Direttiva (UE) 2023/970 rafforza la parità retributiva tra uomini e donne introducendo obblighi di trasparenza e tutela. Un’opportunità per riformare il quadro normativo italiano, tra nuove sfide culturali e strumenti di controllo più efficaci.

Il principio di parità retributiva tra uomini e donne, sancito già nel Trattato di Roma del 1957, ha acquisito nel tempo un valore sostanziale e operativo grazie all’evoluzione normativa dell’Unione Europea. Oggi trova la sua più avanzata formalizzazione nella Direttiva (UE) 2023/970, che mira a rendere effettivo e verificabile il diritto a una retribuzione equa per lavori di pari valore.L’approccio adottato è profondamente innovativo, poiché si fonda su un sistema articolato di obblighi informativi, misure di trasparenza salariale e strumenti di tutela giuridica. Il datore di lavoro è tenuto a fornire, già in fase di selezione, indicazioni sulla fascia retributiva applicabile alla posizione offerta. Durante il rapporto di lavoro, i dipendenti potranno accedere a dati salariali medi, disaggregati per genere e riferiti a mansioni equivalenti.Per le aziende con almeno 100 dipendenti, la direttiva introduce l’obbligo di rendicontazione periodica sui divari retributivi di genere. Se la differenza supera il 5%, è prevista una valutazione congiunta, con la partecipazione delle rappresentanze dei lavoratori, finalizzata all’individuazione delle cause e all’adozione di misure correttive.Il punto di forza della direttiva è la sua concretezza: trasparenza e misurabilità diventano pilastri essenziali per rilevare e correggere le disuguaglianze. Si supera così il paradigma meramente dichiarativo, costruendo una cornice normativa che impone alle imprese una...

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