Più rigide le regole della pensione anticipata contributiva, con la L. 213/2023, cioè quella con 64 anni di età e 20 anni di contributi versati dal 1996 in poi.
In maniera specifica, la legge citata all’art. 1, c. 24, prevede 3 fondamentali novità per il pensionamento anticipato per i lavoratori rientranti, totalmente, nel sistema contributivo. In particolare, abbiamo l’innalzamento del requisito di importo soglia mensile per il pensionamento anticipato, che passa da 2,8 volte a 3,0 volte l’Assegno sociale; tale requisito, viene ridotto a 2,8 per le donne con un figlio e a 2,6 volte per le donne con due o più figli.
Inoltre, è stata prevista l’introduzione di un tetto per il periodo di anticipo fino al compimento dell’età stabilita per la pensione di vecchiaia, a oggi 67 anni, che non potrà superare al lordo mensile le 5 volte il trattamento minimo di pensione Inps. Infine, si introduce, prima non era prevista, una finestra di 3 mesi dalla maturazione dei requisiti; cioè, raggiunto il diritto, gli assicurati dovranno attendere 3 mesi da tale data per la materiale decorrenza della pensione.
Quindi, in maniera analitica, viene stabilito l’innalzamento del requisito di importo soglia mensile per il pensionamento anticipato (da 2,8 volte) a 3,0 volte l’Assegno sociale, che risulta pari a 503,27 euro per l’anno 2023 e quindi a 1.509,81 euro mensili. Come fatto cenno, tale importo è ridotto a 2,8 per le donne con un figlio (1.409,156 euro) e a 2,6 volte per le donne con 2 o più figli (1.308,502 euro).
Quello che appare anche una...