Immobiliare 01 Febbraio 2025

Plusvalenze e “cambio d'uso”: i chiarimenti delle Entrate

La risposta all’interpello n. 10/2025 chiarisce che per la tassazione conta solo la data di acquisto originaria, non rileva il cambio di destinazione.

Nel panorama sempre dinamico delle interpretazioni fiscali, l'Agenzia delle Entrate ha fornito un importante chiarimento con la risposta all’interpello 24.01.2025, n. 10, affrontando un tema di particolare interesse per proprietari immobiliari e operatori del settore: la tassazione delle plusvalenze in caso di “cambio di destinazione d'uso senza opere”.Il caso esaminato riguarda un contribuente proprietario di un immobile originariamente accatastato come magazzino (categoria C/2), successivamente trasformato in abitazione civile attraverso una variazione catastale “senza interventi edilizi”. Il dubbio del contribuente verteva sulla corretta individuazione della data di partenza per il calcolo del quinquennio previsto dall'art. 67, c. 1, lett. b) del Tuir, ai fini della tassazione dell'eventuale plusvalenza derivante dalla vendita dell'immobile.L'Amministrazione Finanziaria, richiamando consolidati principi interpretativi, ha colto l'occasione per fare chiarezza su diversi aspetti. Innanzitutto, ha ribadito la ratio della norma contenuta nel Tuir: colpire le operazioni immobiliari con finalità speculative, presupposte quando la rivendita avviene “entro 5 anni dall'acquisto o dalla costruzione”.Il punto centrale della risposta riguarda gli effetti del cambio di destinazione d'uso. L'Agenzia ha precisato che la variazione catastale "senza opere" non può essere equiparata né a un nuovo acquisto né a una costruzione. Di conseguenza, il quinquennio continua a...

Vuoi leggere l’articolo completo?

Abbonati a Ratio Quotidiano o contattaci per maggiori informazioni.
Se sei già abbonato, accedi alla tua area riservata.