Accertamento, riscossione e contenzioso
09 Dicembre 2025
Processo tributario, onere della prova tra Fisco e contribuente
La riforma del 2022 ha modificato, in parte, le regole che disciplinano l’onere della prova nell’ambito del processo tributario, introducendo norme finalizzate a riequilibrare il rapporto tra contribuente e Fisco.
La principale novità è rappresentata dal c. 5-bis dell’art. 7 D.Lgs. 546/1992, introdotto dalla L. 130/2022: l’Amministrazione Finanziaria deve provare in giudizio le violazioni contestate. Il giudice, a sua volta, deve basare la decisione sugli elementi di prova emersi, annullando l’atto se la prova risulta mancante, contraddittoria o insufficiente. Questa norma rappresenta un criterio probatorio “speciale”, di natura sostanziale, distinto dal principio generale dell’ordinamento civile. Parallelamente, lo Statuto del contribuente (L. 212/2000) rafforza gli obblighi motivazionali degli atti impositivi: tali atti devono indicare presupposti, mezzi di prova e ragioni giuridiche, pena l’annullabilità.Ne consegue un riequilibrio, almeno parziale, del rapporto tra contribuente e Fisco: in assenza di presunzioni legali, l’onere di provare le violazioni grava sull’Amministrazione, che deve fornire elementi concreti, documenti e dati oggettivi. Se tali elementi sono insufficienti, l’atto può essere annullato. Questa impostazione ha anche un effetto deterrente, spingendo l’Amministrazione a selezionare con maggiore attenzione gli atti impositivi.Tuttavia, niente cambia per le presunzioni legali, per le quali l’onere probatorio resta a carico del contribuente, che deve dimostrare l’inesistenza o l’erroneità della presunzione. La giurisprudenza conferma che la riforma non incide sulle presunzioni legali, come quelle bancarie o di redditi non...