Professionisti, non è abuso del diritto la locazione di immobili
I giudici della Corte di giustizia tributaria di secondo grado delle Marche (sentenza 20.03.2023, n. 281) specificano che la locazione dell’immobile da parte di una società “familiare” è legittima se vi sono apprezzabili e non marginali ragioni extrafiscali alla base dell’operazione.
Non è abuso del diritto il comportamento di un professionista che prende in affitto lo studio della sua società, deducendo dal reddito professionale i relativi canoni. È questo l’orientamento espresso dalla Corte di Cassazione nella sentenza 25.07.2022, n. 23135 e richiamato dalla sentenza della C.G.T. Marche 20.03.2023, n. 281.
Il tema dell’indeducibilità dei canoni di locazioni degli immobili strumentali adibiti all’esercizio dell’attività professionale è, molto spesso, oggetto di controlli da parte del Fisco, che contesta la natura abusiva dell’operazione, ove il concedente sia una società riconducibile al professionista e, eventualmente, ai suoi familiari.
Ciò in quanto, secondo il parere dell’Agenzia delle Entrate, l’acquisizione dell’immobile da parte di società “familiare” a titolo di proprietà o leasing, seguita dalla successiva locazione dello stesso al professionista, rappresenterebbe una condotta diretta ad aggirare le regole di deducibilità degli immobili di cui all’art. 54 D.P.R. 22.12.1986, n. 917, qualora l’acquisizione diretta dell’immobile da parte dello stesso non avesse consentito di dedurre il relativo costo. Pertanto, tale condotta, configurerebbe un vantaggio fiscale indebito da disconoscere.
La sentenza della Corte di giustizia tributaria di secondo grado delle Marche 20.03.2023, n. 281...