La pronuncia della Cassazione 15.10.2025, n. 33866 mette nero su bianco una questione che da tempo agita il settore: dove finisce l'operatività legittima del tributarista e dove inizia l'abuso? La Quinta Sezione penale ha detto la sua e lo ha fatto confermando una condanna a 9 mesi di reclusione più 10.500 euro di multa. Due i reati contestati: quello previsto dall'art. 348 c.p. (esercizio abusivo di professione) e quello dell'art. 615-ter (accesso abusivo a sistema informatico). Ma andiamo con ordine.La vicenda parte da una titolare di agenzia viaggi che si ritrova nel mirino del Fisco per irregolarità contabili. Niente di strano, se non fosse che quelle irregolarità derivano tutte dalle negligenze del suo consulente. Un consulente che si presentava come commercialista iscritto all'albo, ma che, come scoperto poi dalle indagini, commercialista proprio non era. E qui già la situazione si complica, perché l'operatore in questione aveva fatto molto di più che qualche dichiarazione fiscale. Aveva gestito per anni tutta la contabilità, i rapporti di lavoro dipendente (tramite altro professionista di sua fiducia), e soprattutto aveva aperto un cassetto fiscale intestato alla cliente falsificando la firma sulla delega necessaria. Secondo quanto emerge dalla sentenza della Corte d'Appello di Brescia, poi confermata dagli Ermellini, l'uomo aveva operato con piena autonomia. Inviava alla titolare dell'agenzia delle bozze di dichiarazioni, ma poi presentava documenti diversi....