Diritto del lavoro e legislazione sociale 28 Novembre 2025

Reperibilità del lavoratore: inquadramento normativo e orientamenti

La reperibilità costituisce un istituto di particolare rilevanza nel diritto del lavoro, collocandosi nell'area grigia tra prestazione lavorativa effettiva e mera disponibilità.

Nel contesto lavorativo contemporaneo, la reperibilità rappresenta uno strumento organizzativo fondamentale per le imprese che necessitano di garantire interventi tempestivi in presenza di situazioni imprevedibili o emergenziali. L'istituto consiste nell'obbligo del dipendente di rendersi raggiungibile e disponibile al di fuori dell'ordinario orario lavorativo, pur senza prestare attività effettiva. Tale meccanismo, sebbene funzionale alle esigenze aziendali, comporta inevitabilmente una compressione della libertà personale del lavoratore, richiedendo un'attenta regolamentazione che bilanci le contrapposte istanze in gioco.L'ordinamento italiano non prevede una disciplina organica della reperibilità. L'art. 1 D.Lgs. 66/2003 definisce l'orario di lavoro come il periodo in cui il dipendente è al lavoro, a disposizione del datore ed esercita le proprie funzioni. Da questa definizione emerge che la mera disponibilità non integra prestazione lavorativa in senso stretto, configurandosi piuttosto come obbligazione accessoria e strumentale rispetto a quella principale. La regolamentazione concreta dell'istituto è affidata prevalentemente alla contrattazione collettiva, nazionale o aziendale, che stabilisce modalità operative, durata dei turni e relativi compensi economici. Solo nell'impiego pubblico esistono disposizioni specifiche che prevedono, ad esempio, indennità determinate per turni di 12 ore, frazionabili proporzionalmente.In assenza di previsioni contrattuali, la...

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