Raccogliendo l’esigenza di un più ampio confronto sul tema della riforma dell’Ordinamento professionale di cui al D.Lgs. 139/2005, “Il Caffè delle Idee”, l’Associazione presieduta da Giorgio Sganga, già consigliere nazionale e presidente della fondazione, al quale si affiancano 3 ex presidenti del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, nel corso di un incontro-dibattito tenutosi a Roma il 19.09.2024, aperto agli iscritti e a tutte le rappresentanze istituzionali della professione, ha presentato un documento che riassume la posizione costruttiva emersa in seno all’Associazione, che si auspica possa essere condivisa e accolta dal Consiglio nazionale in carica.
Secondo l’Associazione “il cambiamento delle norme istitutive della professione dovrebbe avere come obiettivo nuove  regole davvero rappresentative per gli iscritti e davvero attrattive per i futuri iscritti, facendo sentire ai colleghi l’orgoglio di appartenenza, riconoscendosi nella identità della professione e innescando nei più giovani il desiderio di farvi parte”.
Sulla metodologia finora seguita nel lavoro di riforma è stato sottolineato che saper distinguere gli effetti della “rapidità delle scelte” da quelli della “fretta di scegliere” è caratteristica necessaria che una buona leadership deve tenere in conto. Se la prima è infatti l’effetto combinato di padronanza e competenza, la seconda rischia di essere solo un’accelerazione inconsapevole, pericolosamente fine a sé stessa. 
Secondo gli esponenti dell’Associazione, “ciò comporta anche l’auspicato principio che modifiche istituzionali di questa portata, soprattutto nell’ambito delle nuove regole elettorali, trovino applicazione a partire dalle elezioni successive alle prossime”.
Darsi una serie di doveri costituisce tratto distintivo di una comunità e determina maggiore credibilità nel  tempo, presupponendo infatti che l’insieme di regole siano condivise nella loro formulazione, rispettate dai  membri di quella comunità, nonché non  lesive di altre norme e/o di diritti tutelati ex  lege. 
Il “nuovo  139”, secondo l’Associazione, “per essere rappresentativo e attrattivo, dovrà essere formato da regole condivise, dalla definizione dell’identità della professione, da criteri funzionali di rappresentatività democratica elettiva scevre da conflitti d’interesse, nonché, infine, dal richiamo ai principi deontologici”.
                    