Oltre che costituire un problema esiziale in qualunque team di lavoro, la (corretta) comunicazione è tema che da sempre affligge revisori e sindaci nei loro rapporti reciproci e con la governance della società. Tale problematicità diventa particolarmente pervasiva se la azienda oggetto di revisione e/o controllo comincia a evidenziare quei deboli segnali che, ormai, sono diventati i nuovi indicatori che devono ispirare approfondimenti di indagine.Il tema arcinoto è quello dell’anticipazione della diagnosi che ha ispirato le ultime (speriamo) modifiche del martoriato Codice della crisi e cioè l’identificazione dello stato di c.d. “pre-crisi” definita anche dall’art. 12 del Codice della crisi come quello in cui esistono “squilibri patrimoniali o economico-finanziari che rendono probabile la crisi o l’insolvenza e risulta ragionevolmente perseguibile il risanamento dell’impresa” (vedasi ex multis Guida al Codice della crisi di Assonime del 26.11.2024); questi concetti sono ripresi anche dall’art. 3, c. 3 del Codice della crisi, che esplicita cosa gli adeguati assetti devono potere identificare per essere tali.La questione delle comunicazioni frequenti tra revisori e sindaci e tra questi e amministratori e organismo di vigilanza divengono quindi fondamentali per prevenire 2 momenti critici che potrebbero anche fare presupporre da parte del Giudice una tardività di reazione da parte dei “controllori” della società: le segnalazioni di...