La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 23.08.2024, n. 23053, ha messo la parola fine a una complessa controversia lavorativa scaturita da note spese contenenti dati errati sui rimborsi chilometrici. La dipendente, che aveva impugnato il licenziamento per giusta causa inflittole dalla società, ha ottenuto dalla Cassazione una vittoria parziale: la Corte ha infatti confermato la decisione della Corte d’Appello di Salerno, che aveva ritenuto il licenziamento sproporzionato rispetto alla gravità della condotta. Tuttavia, la Cassazione ha rigettato la richiesta di reintegro, confermando la risoluzione del contratto di lavoro, ma riconoscendo alla lavoratrice il diritto a un risarcimento economico.Errori nei rimborsi chilometrici: una negligenza costosa - La vicenda ha avuto origine dalla presentazione, da parte della dipendente, di note spese contenenti dati errati sulla cilindrata dell'auto utilizzata per motivi di lavoro. Questo errore ha comportato rimborsi non dovuti per un totale di 365,20 euro. La società, dopo aver contestato l’accaduto, ha deciso di licenziare la dipendente per giusta causa. Quest’ultima ha impugnato il licenziamento, ottenendo inizialmente una sentenza favorevole dal Tribunale di Salerno, che ne ordinava il reintegro. Tuttavia, in seguito all’opposizione dell’azienda, il Tribunale ha modificato la propria decisione, dichiarando risolto il rapporto di lavoro e condannando la società al pagamento di un’indennità.La Cassazione conferma...