Rimborso per permessi del dipendente come amministratore pubblico
L’Agenzia delle Entrate esclude, pur con la sopravvenuta abrogazione dell’irrilevanza Iva dei rimborsi degli oneri retributivi nei casi di distacchi e prestiti del personale, siano ora da fatturare con Iva al 22% i rimborsi ai datori di lavoro.
Un Comune ha ricevuto chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate, con la risposta all’interpello 9.10.2025, n. 261, in merito alla rilevanza ai fini Iva del rimborso che l'ente pubblico eroga al datore di lavoro per le ore di permesso retribuito concesse al dipendente che svolge mandato elettivo, ai sensi degli artt. 79 e 80 D.Lgs. 267/2000 (Tuel).L’art. 79 del Tuel stabilisce il principio secondo cui i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, componenti dei consigli comunali, provinciali, metropolitani, delle comunità montane e delle unioni di Comuni, hanno diritto di assentarsi dal servizio per il tempo strettamente necessario per la partecipazione a ciascuna seduta dei rispettivi consigli e per il raggiungimento del luogo di suo svolgimento. Il successivo art. 80 prevede che gli oneri per i permessi retribuiti dei lavoratori dipendenti da privati o da enti pubblici economici sono a carico dell'ente presso il quale gli stessi lavoratori esercitano le funzioni pubbliche di cui all'art. 79.Il quesito è stato posto dal Comune a causa dell’incertezza normativa che si è verificata in ambito Iva dal 1.01.2025 per effetto dell’art. 16-ter D.L. 131/2024 che ha abrogato l’art. 8, c. 35 L. 11.03.1988, n. 67. Tale norma prevedeva l’irrilevanza Iva dei prestiti o dei distacchi di personale a fronte dei quali è versato solo il rimborso del relativo costo. L’incertezza è sorta in quanto nel citato art. 80 del Tuel è stato anche stabilito che “Le somme rimborsate...