Ripartizione delle spese di ufficio per i professionisti
Il decreto Irpef/Ires disciplina le regole del riaddebito delle spese per gli immobili in condivisione tra professionisti, confermando principi già affermati in via interpretativa.
Tra le varie forme di aggregazione professionale, una delle più semplici è la condivisione dei servizi immobiliari e delle spese accessorie. Tale fenomeno raramente comporta un contratto plurilaterale, più spesso uno dei professionisti è parte del contratto di affitto e poi ripartisce le spese agli altri occupanti sulla base delle stanze occupate, dei metri quadri o di altro parametro. L’uso del medesimo immobile, il più delle volte, è l’unico punto di contatto tra i professionisti.In passato l'Agenzia delle Entrate ha trattato questi riaddebiti considerando che fossero soggetti a Iva, ma non rilevanti come proventi ai fini delle imposte dirette. I riaddebiti riducevano la spesa sostenuta dal professionista titolare del contratto (circ. n. 58/2001). Il decreto Irpef/Ires (D.Lgs. 192/2024), a questo riguardo, non fa altro che trasporre in testo normativo il principio ormai consolidato nella prassi.L’intervento va a ritoccare il Tuir prevedendo l’irrilevanza ai fini reddituali delle somme percepite a titolo di riaddebito ad altri soggetti delle spese sostenute per l'uso comune degli immobili utilizzati, anche promiscuamente, per l'esercizio dell'attività e per i servizi a essi connessi.Specularmente, non sono deducibili dal reddito di lavoro autonomo le medesime spese sostenute dall’intestatario dei contratti.Lo stesso schema è utilizzato anche per la nuova disciplina degli addebiti di spese al committente che è, però, innovativa.Tra le criticità da...