Imposte dirette 06 Dicembre 2025

Riserva da conferimento: trattamento fiscale e profili di abuso

Il trattamento fiscale applicabile alla riserva da conferimento è uno degli aspetti meno considerati nell’ambito delle operazioni di riorganizzazione: dalla sua corretta gestione dipendono sia la neutralità fiscale sia il rischio di contestazioni antielusive.

Nell’ambito delle operazioni di conferimento (in particolare dei conferimenti di partecipazioni disciplinati dall’art. 177, cc. 2 e 2-bis del Tuir) l’attenzione degli operatori si concentra tipicamente sulla corretta applicazione del regime di realizzo controllato o della neutralità fiscale indotta, sulla determinazione dell’incremento patrimoniale della conferitaria e sulle condizioni di acquisizione o incremento del controllo. Molto meno indagato è, invece, un altro elemento di rilevanza tecnica, ovvero il trattamento fiscale da applicare alla riserva da conferimento che viene iscritta in bilancio dalla società conferitaria. Nella prassi, infatti, il maggiore valore corrente dei beni o delle partecipazioni conferite rispetto al capitale nominale sottoscritto nella società conferitaria si traduce nell’iscrizione di una riserva da conferimento in capo a quest’ultima. Dal punto di vista fiscale, questa riserva ha la natura di riserva di capitale e, di conseguenza, ai sensi dell’art. 47, c. 5 del Tuir, la relativa distribuzione non è tassata in capo al socio fino a concorrenza del costo fiscale della partecipazione conferita; viceversa, l’eventuale eccedenza è tassata (al 26%) in qualità di reddito di capitale (dividendo). Nella sentenza 23.05.2017 n. 2267, la C.T.R. della Lombardia ha affrontato il caso in cui i soci avevano previamente rivalutato il costo fiscale delle partecipazioni possedute, poi conferite in neutralità fiscale in una società...

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