Qualche anno fa riscosse un grandissimo successo il film “Quo vado” in cui Checco Zalone interpretava il ruolo di un impiegato provinciale disposto ad affrontare mille avversità pur di preservare il proprio posto da dipendente pubblico. L’opera risale al 2016, ma sembra essere passata una vita.
Secondo una recente statistica, infatti, la Pubblica Amministrazione ha visto negli ultimi 10 anni una contrazione del personale pari a circa il 20%, con punte ancor più elevate nelle Regioni meridionali. Come se non bastasse, gli ultimi concorsi non hanno fornito gli innesti auspicati, avendo registrato numerose defezioni. Un ridimensionamento che ha ormai assunto un carattere strutturale e che desta un grande allarme per gli anni a venire in considerazione dell’età media molto elevata degli occupati e del conseguente prossimo pensionamento di una quota significativa.
A pesare su tale situazione vi è soprattutto la scarsa attrattività degli stipendi sui giovani laureati e il gap retributivo con settori privati ben più dinamici come la finanza, le nuove tecnologie e anche la manifattura.
Inoltre, alcuni comparti come, ad esempio, gli enti locali, sono caratterizzati da un alto tasso di precarizzazione all’ingresso, tale da richiedere tempi di attesa molto lunghi per arrivare ad una definitiva stabilità che, a conti fatti, rimane il vero punto di forza del lavoro pubblico.
Per attirare giovani...