Società estinta, sopravvivenza fiscale al vaglio delle Sezioni Unite

Il nodo che le Sezioni Unite hanno provato a sciogliere riguarda, in particolare, gli effetti processuali dell’estinzione dell’ente societario e le possibili conseguenze sia processuali che patrimoniali per gli ex soci e i liquidatori.Com’è noto, la riforma del diritto societario del 2003 ha attribuito alla cancellazione dal Registro delle Imprese delle società di capitali un’efficacia costitutiva e, su tale questione, sia la giurisprudenza che la dottrina tributaria si sono più volte interrogate su chi debba rispondere degli eventuali debiti tributari non soddisfatti dalla società. Il legislatore tributario, nel tentativo di tutelare gli interessi erariali, è intervenuto con l’art. 28, c. 4 D.Lgs. 175/2014, introducendo la cosiddetta “sopravvivenza fiscale” della società ai soli fini delle notifiche degli atti di provenienza dagli uffici fiscali (in particolare, Entrate e Riscossione).Secondo la sentenza n. 3625/2025, in presenza di un processo tributario pendente al momento della cancellazione della società di capitali, non si verifica automaticamente anche l’estinzione del giudizio poiché lo stesso può proseguire grazie all’applicazione del suddetto art. 28 D.Lgs. 175/2014. In tale contesto, il liquidatore mantiene i poteri di rappresentanza, potendo ricevere anche notifiche, opporsi agli atti e nominare difensori, mentre gli ex soci non hanno invece legittimazione processuale.La responsabilità fiscale degli ex soci di società di capitali...