HomepageDirittoSocietà e contrattiSocio amministratore-dipendente: chiarimenti fiscali dalla Cassazione
Società e contratti
28 Marzo 2025
Socio amministratore-dipendente: chiarimenti fiscali dalla Cassazione
L’ordinanza della Cassazione n. 5318/2025 riporta al centro del dibattito la compatibilità tra il ruolo di socio-amministratore di una S.r.l. e quello di lavoratore dipendente della stessa società, con importanti riflessi fiscali e previdenziali.
La Cassazione, nell'ordinanza n. 5318/2025, ha ribadito che il presidente del CdA o l’amministratore unico di una società di capitali non può essere considerato lavoratore subordinato, escludendo la deducibilità del relativo costo dal reddito d’impresa. Tuttavia, la stessa ordinanza ha aperto alla possibilità di un doppio ruolo (amministratore e dipendente), ma solo se sono rispettate 3 condizioni stringenti, ovvero:1) vincolo di subordinazione: il socio-amministratore deve essere effettivamente soggetto alle direttive di un superiore;2) poteri direttivi e disciplinari: deve esserci un controllo gerarchico concreto sulla sua attività;3) mansioni diverse: l’attività lavorativa deve essere distinta da quella di amministratore.Questi requisiti, pur chiari in teoria, risultano spesso difficili da dimostrare nella pratica, specie nelle piccole e medie imprese, dove il socio-amministratore ha un ruolo gestionale dominante.Il problema principale è la separazione tra attività di gestione e lavoro subordinato. L’amministratore ha già compiti di impulso e direzione della società, rendendo arduo distinguere eventuali altre attività che giustifichino un contratto di lavoro dipendente. Inoltre, la reale subordinazione di un amministratore è spesso solo apparente, poiché è lui stesso a prendere decisioni strategiche.Dal punto di vista fiscale, se l’Agenzia delle Entrate dovesse rilevare una sovrapposizione tra i due ruoli, potrebbe contestare la deducibilità del...