Sopravvenienze attive da sentenza: il momento impositivo è il deposito
La Cassazione, con l’ordinanza 6.05.2025, n. 11917, ha nuovamente affrontato il tema delle sopravvenienze attive giudiziali, precisando con maggior dettaglio il momento impositivo ai fini fiscali di tali componenti positivi di reddito.
Con l’ordinanza 6.05.2025, n. 11917, la Cassazione è intervenuta nuovamente in materia di sopravvenienze attive di natura giudiziale, chiarendo in modo ancora più dettagliato quando questi componenti positivi di reddito devono essere imputati a tassazione. Il principio cardine ribadito dai giudici di legittimità è che la tassabilità delle sopravvenienze originate da una pronuncia giudiziale matura al momento del deposito della sentenza, purché non ne sia stata sospesa l’efficacia esecutiva.Com’è noto, in linea generale, ai fini Ires, in virtù di quanto previsto dall’art. 109, c. 1 del Tuir, i componenti positivi di reddito devono essere imputati all’esercizio in cui si verificano congiuntamente i requisiti della certezza nell’esistenza e della obiettiva determinabilità. In ambito contenzioso, ciò significa che la sopravvenienza attiva (come può essere il venir meno di un debito o il riconoscimento di un credito) deve essere dichiarata non al momento del giudicato, ma quando il provvedimento giudiziario viene depositato, se da questo momento emergono in modo netto gli elementi per configurare la componente reddituale.Il caso oggetto dell’ordinanza ha riguardato una società che nel 2006 aveva ottenuto, con sentenza di primo grado il riconoscimento della restituzione di interessi anatocistici illegittimamente addebitati da un istituto bancario. La banca, pur eseguendo pagamenti parziali nel 2006 e 2007, aveva impugnato la decisione, ottenendo la...