Diritto del lavoro e legislazione sociale 09 Luglio 2024

Sospensioni dal lavoro e retribuzione: cosa dice la Cassazione

La Suprema Corte si è espressa sulla validità delle sospensioni dal lavoro concordate tra le parti e sulla loro incidenza sulla retribuzione.

Una recente sentenza della Cassazione (25.06.2024, n. 17419) ha affrontato il tema delle sospensioni dal lavoro concordate tra datore di lavoro e dipendenti, chiarendo alcuni aspetti che riguardano la loro validità e le conseguenze sulla retribuzione. Il caso - La vicenda trae origine dalla richiesta di alcuni ex dipendenti di un’azienda di vedere riconosciuto il proprio rapporto di lavoro come full-time, nonostante avessero sottoscritto accordi sindacali che prevedevano sospensioni periodiche dell’attività lavorativa. Gli accordi, stipulati nel 2009, garantivano un numero minimo di giornate lavorative retribuite all’anno (120), in linea con le esigenze aziendali di apertura del locale. Nel 2015, l’azienda ha disdetto unilateralmente l’accordo, proponendone uno nuovo con una riduzione delle giornate lavorative garantite a 105 e l’introduzione di contratti part-time verticali. I dipendenti, rifiutandosi di firmare i nuovi contratti, hanno adito le vie legali per ottenere il riconoscimento del rapporto di lavoro a tempo pieno e il pagamento delle relative differenze retributive. La decisione della Cassazione - La Cassazione, modificando parzialmente la sentenza della Corte d’Appello di Firenze, ha stabilito che le sospensioni concordate tra le parti, anche se non formalizzate in un contratto scritto, costituiscono clausole tacite del contratto di lavoro full-time. Di conseguenza, la disdetta unilaterale...

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