La NASpI, acronimo di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, è un sostegno economico destinato a chi ha perso involontariamente il lavoro subordinato. La normativa prevede, però, regole precise per il mantenimento di questo beneficio. Tra queste, assume particolare rilevanza l’obbligo di comunicare all’Inps lo svolgimento di un’attività autonoma, anche quando questa sia iniziata prima della richiesta della prestazione.L’interpretazione di questo obbligo è stata oggetto di un recente intervento della Corte di Cassazione, che ha chiarito definitivamente come la mancata comunicazione rappresenti un motivo valido per la decadenza dal diritto alla NASpI. Secondo i giudici, tale obbligo non può essere limitato alle attività iniziate successivamente alla domanda amministrativa, ma si estende anche a quelle preesistenti.Posizione dell’Inps e ricorso alla Corte di Cassazione - La controversia è nata da una sentenza della Corte d’Appello di Genova, che aveva accolto la domanda di un beneficiario della NASpI, escludendo la decadenza nonostante l’attività autonoma preesistente non fosse stata comunicata all’Inps. Secondo i giudici di secondo grado, la normativa di riferimento (art. 11 del D.Lgs. 22/2015) si riferirebbe unicamente alle attività avviate successivamente alla domanda di prestazione.L’Inps ha impugnato questa decisione, sostenendo che l’obbligo di comunicazione è valido anche per le attività autonome già avviate prima della richiesta...