Tredicesima, cosa fare con cessioni e pignoramenti in busta paga?
Liquidata con la mensilità ordinaria o a parte la tredicesima è da gestire con cautela se il dipendente è colpito da cessioni del quinto o pignoramenti.
I debiti dei lavoratori dipendenti possono essere oggetto di trattenute per cessioni del quinto o pignoramenti presso terzi. Se la loro operatività non pone particolari problemi in sede di erogazione delle mensilità ordinarie, la questione si complica al momento di liquidare la tredicesima. Soprattutto se ciò avviene con un cedolino a parte. Analizziamo la questione in dettaglio. Cos’è la cessione del quinto? A norma dell’art. 5 D.P.R. 180/1950 i dipendenti possono contrarre prestiti da estinguersi con cessione di quote dello stipendio fino a 1/5 del loro ammontare. Il datore di lavoro è obbligato a operare la ritenuta in busta paga e, successivamente, liquidare la somma al cessionario (banca o istituto di credito). Cessioni del quinto e tredicesima - I contratti di prestito personale con recupero a mezzo cessione del quinto dello stipendio prevedono, di norma, un piano di ammortamento suddiviso in rate mensili, ciascuna di esse coincidente con una delle 12 mensilità ordinarie dell’anno. Ne consegue che, salvo diversa disposizione del contratto di prestito, le cessioni del quinto non operano sulla tredicesima, se questa è liquidata con un cedolino a parte. In situazioni simili, infatti, la busta paga contenente la mensilità aggiuntiva si qualifica come tredicesimo cedolino dell’anno, come tale non interessato dalle 12 trattenute annue. Discorso diverso, invece, se la tredicesima è liquidata con una delle mensilità ordinarie, ad esempio quella di novembre,...