Diritto del lavoro e legislazione sociale 23 Luglio 2024

Tutela del lavoratore: non solo mobbing, conta ogni singola condotta

La Cassazione amplia la protezione dei dipendenti: anche comportamenti isolati possono essere considerati vessatori, se lesivi della dignità e della salute del lavoratore. Una sentenza che ridefinisce i confini della tutela sul posto di lavoro.

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Cass., Sez. Lavoro, 12.07.2024, n. 19196) riaccende i riflettori sul delicato tema della tutela dei lavoratori, ampliando le maglie della protezione contro comportamenti vessatori sul luogo di lavoro. La decisione, che ha fatto discutere gli esperti di diritto del lavoro, stabilisce un principio fondamentale: non è necessario dimostrare l’esistenza di un mobbing sistematico per ottenere tutela, ma ogni singola condotta lesiva può essere motivo di azione legale. Analizziamo nel dettaglio le conseguenze di questa importante pronuncia. Caso in esame - La sentenza in esame tratta un caso di mobbing e molestie sessuali in un'azienda sanitaria locale (ASL). Un’infermiera del reparto di psichiatria ha accusato il suo superiore di tali comportamenti, situazione che ha portato al suo trasferimento in un altro distretto. L’infermiera ha chiesto la reintegrazione nel suo precedente posto di lavoro e il risarcimento dei danni biologici, morali, esistenziali e professionali, quantificati in 450.000.00 euro oltre al risarcimento per il mancato pagamento di lavoro straordinario e indennità festive per un totale di 22.000 euro. Iter giudiziario - Il Tribunale di Benevento aveva emesso due sentenze: una non definitiva nel 2013 che condannava l’ASL a reintegrare l’infermiera nelle sue mansioni precedenti, e una definitiva nel 2014 che respingeva le richieste di risarcimento...

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