Diritto del lavoro e legislazione sociale 13 Marzo 2025

Tutela riservatezza e segretezza nelle chat: limiti al licenziamento

La Cassazione ribadisce il principio di inviolabilità delle comunicazioni private anche in ambito lavorativo, fissando nuovi paletti per i datori di lavoro.

La libertà e la riservatezza delle comunicazioni personali costituiscono diritti fondamentali che accompagnano il lavoratore anche nel contesto professionale. La sentenza della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, 28.02.2025, n. 5334 chiarisce che i messaggi scambiati in una chat privata, tra colleghi o conoscenti, restano protetti dalla garanzia costituzionale prevista dall’art. 15 Cost. La tutela della segretezza della corrispondenza non viene meno nel momento in cui una comunicazione digitale transita attraverso uno strumento tecnologico personale, neppure se il contenuto di quella conversazione ha attinenza con il contesto lavorativo o con persone riconducibili all’ambiente di lavoro. Nuovo orientamento sulla liceità dei controlli e sull’utilizzo delle chat - Il caso esaminato dalla Suprema Corte prende spunto dalla vicenda di una lavoratrice di un punto vendita, licenziata per aver condiviso, all’interno di una chat WhatsApp con alcuni colleghi, un video dal contenuto denigratorio nei confronti di una cliente. La diffusione di quel video, considerata lesiva dell’immagine aziendale e della dignità della persona ritratta, era stata ritenuta sufficiente dalla Corte d’Appello per giustificare l’interruzione immediata del rapporto di lavoro. La Cassazione, invece, ribalta questa visione, partendo dal presupposto che le chat private, anche se condivise da più soggetti, restano uno spazio personale protetto. Solo un’eventuale successiva diffusione pubblica...

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