Accertamento, riscossione e contenzioso
03 Dicembre 2025
Utili occulti ai soci: basta automatismi
La presunzione di distribuzione degli utili nelle società a base ristretta sta diventando un comodo riflesso condizionato, che non sempre risponde a una logica corretta e coerente.
La presunzione di distribuzione di utili extracontabili nelle società a ristretta base partecipativa nasce come strumento di contrasto all’evasione, ma sempre più spesso viene utilizzata come scorciatoia logica per colmare lacune probatorie dell’Amministrazione Finanziaria e, quel che è peggio, è avallata senza troppi scrupoli da decisioni di merito. Quello che notoriamente viene definito come il “delta” tra ricavi accertati e dichiarati viene trattato come se fosse automaticamente un utile occulto, che si dà per assodato che sia finito nelle tasche dei soci, come se la ristretta base partecipativa bastasse, di per sé sola, a trasformare ogni scostamento contabile in reddito personale dei soci stessi.L’ordinanza della Cassazione 19.09.2025, n. 25681 rappresenta, da questo punto di vista, un’importante battuta d’arresto, nel senso che i Giudici di Piazza Cavour hanno doverosamente ricordato che il socio non solo può contestare la presunta distribuzione, ma può, e deve, aggredire il presupposto stesso, ossia l’esistenza del maggior reddito in capo alla società. Tale linea difensiva diventa fondamentale in quanto, nel caso in cui il fatto generatore cade, non resta nulla da imputare ai soci. Il corto circuito logico che si è andato consolidando negli ultimi anni è evidente nella casistica attenzionata dalla pronuncia citata. In pratica da un p.v.c. della Guardia di Finanza, spesso costruito su valori OMI o ricostruzioni induttive aggressive, si...