L’ordinanza della Corte di Cassazione, sezione lavoro, 16.04.2024, n. 10267 affronta un caso di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) applicata in modo illegittimo da parte di una società, con conseguenze negative per una lavoratrice. La decisione mette in luce l’importanza di seguire scrupolosamente le normative in materia di lavoro e di tutelare i diritti dei lavoratori.
Caso in esame - La controversia nasce dalla gestione della CIG da parte di una S.r.l., che aveva sospeso una lavoratrice senza rispettare i criteri di rotazione previsti dalla legge (art. 1, c. 8 L. 223/1991).
La società sosteneva che la rotazione doveva avvenire solo tra lavoratori con mansioni identiche, mentre la Corte d’Appello di Bologna aveva ritenuto illegittima la sospensione.
Decisione della Cassazione - La Suprema Corte ha esaminato con attenzione i tre principali motivi di ricorso presentati dalla società, confermando la decisione della Corte d’Appello di Bologna.
In primo luogo, la Cassazione ha respinto il ricorso riguardante la fungibilità delle mansioni e la rotazione dei lavoratori, ribadendo l’illegittimità della sospensione e l’assenza di criteri chiari per la turnazione. Questo punto sottolinea l’importanza di una gestione trasparente e ben regolamentata della CIG, al fine di evitare disparità di trattamento e pregiudizi per i lavoratori coinvolti.
In secondo luogo, anche il motivo inerente alle...