Con la sentenza 17.04.2024, n. 4619 il Tribunale di Roma, Sezione Lavoro, ha affrontato una controversia riguardante presunte condotte di demansionamento e mobbing subite da una lavoratrice nell'azienda datrice di lavoro.
Caso specifico - La sentenza in esame affronta il delicato tema del demansionamento e delle condotte vessatorie sul luogo di lavoro.
Il caso in questione riguarda una dipendente assunta nel 2017 con l’inquadramento D4 previsto dal contratto collettivo di categoria, che ha citato in giudizio la società S.r.l. presso cui prestava servizio. La lavoratrice ha sostenuto che, in seguito a un avvicendamento nell’amministrazione aziendale, è stata progressivamente relegata a mansioni inferiori rispetto a quelle inizialmente assegnate, in contrasto con quanto previsto dal livello di inquadramento. Tale situazione avrebbe determinato un illegittimo demansionamento, con la conseguente lesione della professionalità e dignità.
Oltre a ciò, la ricorrente ha lamentato di aver subito, nell’ambito del rapporto lavorativo, condotte riconducibili alle fattispecie di mobbing o straining. Si tratta di comportamenti vessatori, posti in essere dai superiori gerarchici o dai colleghi, che si concretizzano in una serie di atti ostili di natura persecutoria o discriminatoria, volti a isolare e marginalizzare la vittima, provocandone il progressivo deterioramento psicofisico.
Onere della prova - Nel valutare il caso, il...